Nonostante sia molto amato dai pianisti e lo dimostrano le bellissime incisioni, alcune integrali, che soprattutto a partire dagli anni ’70 hanno realizzato i più grandi interpreti, Aleksandr Nikolaevič Skrjabin (Mosca 1872 – 1915) ancora oggi non ha la fama che merita presso il grande pubblico. Eppure è uno dei musicisti più geniali e originali della Storia della Musica: un vero rivoluzionario. Partendo da un linguaggio romantico ha spinto la tensione e la dissonanza fino alla disgregazione della tonalità con conseguenze simili a quelle prodotte da Schönbeng. La trasformazione è stata così sorprendente da dividere persino i suoi più appassionati sostenitori: alcuni di essi infatti credono di riconoscere il ‘vero Skrjabin’ solo nelle ultime composizioni mentre altri amano solo il carattere appassionato e sensuale delle prime opere.
Nel centenario della sua morte, il pianista Filippo Balducci, autore tra l’altro del saggio Musica dell’Apocalisse: la rivoluzione di Scriabin edito da SBF nell’ambito della collana musicologica “Viaggio d’Inverno” curata da Alessandro Zignani, rende omaggio al Maestro con questa preziosa incisione inserendo le opere più significative e indispensabili per apprezzarne tutta la sua bellezza ed originalità: la Mazurka op. 3 n. 7, i 24 Preludi op. 11, la Sonata – Fantasia n.2 op. 19, la Sonata n. 4 op. 30 e la Sonata n. 9 op. 68 conosciuta come la “Messa nera”.

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