L’intonazione della preghiera Pater Noster rientra tra le partiture più ispirate e note di Niccolò Piccinni (Bari 1728 – Parigi 1800), eccellente maestro di scuola napoletana, protagonista del canto e della musica nell’Europa dei Lumi. In questa sede la fonte utilizzata per l’esecuzione è un elegante manoscritto custodito a Copenaghen (DK-Kk, ms. mu. 6311.1834), appartenente al fondo musicale collezionato dal filologo classico Georg Koës durante il suo viaggio in Italia. Il Pater di Piccinni ci è pervenuto in sporadiche trascrizioni per alto solo, mentre la maggior parte delle versioni, tra le quali quella qui eseguita, prevede il soprano solista, oltre ad archi e continuo. L’ampia e virtuosistica composizione, esemplare fusione – assai napoletana – di teatro e devozione, distribuisce il testo sacro lungo sezioni contrastanti e ben caratterizzate, quasi sempre introdotte da intensi episodi orchestrali che dispongono la “scena” alla bravura vocale e alla pregnanza della parola. Uguale bellezza è assicurata dalla corposità musicale della dossologia trinitaria del Gloria Patri e dal severo Amen conclusivo.
Altra preziosa pagina piccinniana qui incisa è un canto dell’Ordinarium Missae, il Credo a tre voci con archi e continuo, manoscritto custodito ad Assisi presso il Sacro Convento di San Francesco (Fondo Antico, ms. 303/2).

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